Nel 2021, l’articolo “Autotrattamento Reiki: una possibile opzione per gestire il dolore cronico durante la pandemia da COVID-19” è stato pubblicato sulla rivista Medicina.
La pandemia da COVID-19 ha imposto restrizioni e misure di distanziamento sociale per contenere la diffusione del virus. Tuttavia, il dolore cronico, come ogni altra malattia cronica, continua ad affliggere molte persone. La International Association for the Study of Pain (IASP) definisce il dolore cronico come una condizione che persiste o si presenta per più di 3 mesi. Attualmente, il dolore cronico colpisce oltre 2 miliardi di individui, rappresentando un onere sociale e finanziario di miliardi di dollari/euro.
Le misure di distanziamento sociale durante la pandemia hanno ulteriormente aumentato l’isolamento sociale per coloro che vivono con dolore cronico. Sebbene il primo passo per gestire il dolore sia consultare un professionista medico o paramedico, le restrizioni imposte dalla pandemia hanno reso più difficile l’accesso alle cure e hanno contribuito alla cronicizzazione del dolore. La comunità medica e paramedica ha dovuto ridefinire le proprie pratiche durante la pandemia, tra cui l’uso del teleconsulto. Nonostante il teleconsulto possa aiutare a identificare la malattia, non può essere completamente efficace quando è necessaria un’assistenza sanitaria di persona.
In questa situazione difficile, la medicina complementare e alternativa (CAM) ha visto una crescente espansione e potrebbe offrire nuove opportunità per gestire il dolore cronico, tra cui la pratica del Reiki.
Fino ad oggi, gli studi si sono concentrati principalmente sui benefici dei trattamenti ricevuti da un operatore di Reiki. Tuttavia, ciò che rende il Reiki vantaggioso è che è una tecnica facile da imparare e praticare autonomamente. Una persona che ha seguito un corso di Reiki può eseguire autotrattamenti in qualsiasi momento. Coloro che hanno sperimentato trattamenti ricevuti o autotrattamenti riportano benefici positivi nella gestione del dolore cronico. Inoltre, il Reiki è stato associato alla gestione di componenti psicologiche correlate al dolore cronico, come l’ansia e la depressione.
Data la sua accessibilità e praticità, la pratica dell’autotrattamento di Reiki può rappresentare uno strumento prezioso per gestire il dolore cronico durante la pandemia. Come potrebbe essere promossa questa pratica? È importante notare che il Reiki è accessibile a tutti senza restrizioni preliminari. La tecnica può essere insegnata da un insegnante di Reiki, che fornisce le conoscenze e gli strumenti necessari per utilizzare l’energia curativa attraverso le proprie mani. Inoltre, la capacità di percepire l’energia da parte del ricevente o di chi pratica l’autotrattamento non sembra correlarsi con l’efficacia della tecnica stessa.
Il Reiki può essere praticato in qualsiasi momento della giornata, dal risveglio fino alla sera, compreso il sonno stesso. Per comprendere appieno i benefici del Reiki, è consigliabile ricevere un trattamento o praticarlo. Gli infermieri e i medici possono essere una risorsa preziosa per diffondere il Reiki, oltre agli operatori specializzati. Inoltre, il Reiki è già presente in diversi ospedali in tutto il mondo, rendendo più facile demistificarne la pratica. Il passo successivo potrebbe prevedere sessioni di apprendimento del Reiki direttamente con i pazienti, integrando questa pratica nel percorso di cura medica.
In conclusione, la pandemia da COVID-19 rappresenta una sfida per i pazienti affetti da dolore cronico. La medicina complementare e alternativa, in particolare il Reiki, ha mostrato risultati promettenti nella riduzione del dolore e del disagio psicologico, migliorando la qualità della vita. Sebbene l’autotrattamento di Reiki non sia ancora supportato da prove mediche solide, potrebbe rappresentare un’opzione per la gestione del dolore cronico in aggiunta alla medicina convenzionale, specialmente durante la pandemia.