Storia e origine del Reiki
Shin shin kaizen Usui Reiki ryoho (il metodo di guarigione Reiki di Usui per il miglioramento della mente e del corpo) è il nome che Mikao Usui (1865-1926) diede nel 1922 alla sua disciplina.
Questo metodo di guarigione energetica affonda le sue radici nel complesso e variegato panorama culturale e sociale del primo ventennio del ‘900 giapponese, dove le influenze del pensiero americano, in particolare il New Thought di Phineas Quimby, si mescolano e amalgamano all’interno del contesto filosofico shintoista e buddista attraverso la mediazione del pensiero politico-sociale dell’era Meiji (1867-1912): il risultato è un originale ed efficace metodo di approccio alla crescita personale dell’individuo.
Usui Reiki Ryoho Gakkai: 1922-1926
Mikao Usui struttura la propria disciplina Reiki Ryoho nel 1922, dopo una vita di studi e ricerche.
Il racconto del periodo di ritiro spirituale di Usui sul Monte Kurama, che avrebbe portato il maestro a realizzare per via “intuitiva” la capacità di guarire le persone, appare oggi agli storici più un modo per valorizzare ulteriormente la disciplina agli occhi dei contemporanei che un fatto storico realmente accaduto.
È abbastanza chiaro che Usui fu profondamente influenzato dal panorama filosofico contemporaneo e soprattutto dall’ambiente dei Seishin Ryoho, e il suo Reiki è il risultato di una fertile e creativa relazione con i propri tempi.
Usui creò una scuola, la Usui Reiki Ryoho Gakkai, dove cominciò a insegnare il suo metodo Reiki. Usui scelse, a differenza dei suoi contemporanei, una modalità di trasmissione degli insegnamenti molto riservata. Proprio questa scelta di riservatezza, dovuta probabilmente al timore che la sua disciplina potesse essere oggetto di attacchi e repressioni da parte del regime imperiale, come accadde ad esempio per Omoto nel 1921, portò il maestro Usui a rivolgersi ad un pubblico molto ristretto, facente parte della così detta upperclass giapponese, composta principalmente da militari, notai, manager, avvocati e professionisti.
Anche le quote annuali per frequentare la scuola Gakkai erano così alte da permettere solo alle classi sociali più abbienti e filoimperiali di accedervi.
Nonostante quindi avesse un pubblico potenzialmente molto ristretto, il successo del metodo Reiki di Usui fu tale che nel 1927, dopo la sua morte, la scuola Gakkai contava circa 3.000 studenti.
Gli anni ’30: Chujiro Hayashi
Dopo la morte di Usui, avvenuta per ictus il 9 marzo del 1926, succedette alla presidenza della scuola Gakkai il Sig.Ushida.
Il nuovo presidente, dalle idee ultranazionaliste, ben presto si trovò in conflitto con Chujiro Hayashi (1880-1940), che con Ushida era uno dei 20 Shihan (insegnanti) formati direttamente da Mikao Usui.
Hayashi entrò probabilmente nella scuola Gakkai tra il 1923 e il 1924. Ufficiale della marina, personaggio dalla spiccata vocazione scientifica e dagli ampi orizzonti culturali, probabilmente medico, Hayashi si distinse da subito tra gli allievi della scuola per le proprie capacità terapeutiche.
Nel 1931, a causa proprio delle divergenze politiche con il presidente Ushida, Hayashi scelse di abbandonare la Gakkai e di fondare una propria scuola, la Hayashi Reiki Kenkyukai.
All’interno della propria scuola Hayashi decise di dare al Reiki di Usui un’impronta più tecnica e scientifica, lavorando in particolar modo allo studio dell’individuazione e del trattamento degli squilibri energetici.
Il Reiki di Hayashi si caratterizza quindi principalmente come una pratica terapeutica più che come una disciplina di crescita personale.
Anche il successo della scuola di Hayashi fu notevole: nel 1938 la sua struttura contava circa 5.000 allievi, nonostante mantenne anch’essa, come la Gakkai, prezzi estremamente elevati.
Reiki in Occidente: Hawayo Takata
Dopo un percorso formativo che dura da dicembre del 1936 a maggio del 1937, diventa Shihan presso la scuola di Hayashi la signora Hawayo Takata (1900-1980).
Americana di origini giapponesi, la Takata si trovò in Giappone per curare dei problemi di salute e casualmente incontrò la terapia Reiki di Usui nella struttura di Hayashi.
Qui, dopo essere stata curata con successo con la terapia Reiki, decise di conoscere a fondo questa disciplina seguendo il percorso formativo dei primi tre livelli e del primo livello che abilitava all’insegnamento (Shihan kaku).
Tornata alle Hawaii, cominciò a formare alcuni allievi e ad esercitare la pratica terapeutica, riscuotendo parecchi consensi.
Fu così che decise di invitare il suo maestro Hayashi alle Hawaii per valutare l’opportunità di aprire una filiale dell’Hayashi Reiki kenkyukai negli Stati Uniti.
Durante la sua permanenza alle Hawaii, il maestro Hayashi fu accolto molto calorosamente ed ebbe l’opportunità di formare circa 300 allievi durante i 16 workshop che tenne sul suolo americano, tra l’ottobre del 1937 e il febbraio del 1938.
Prima di fare ritorno in Giappone, Hayashi conferì alla Takata la carica di Shihan, autorizzandola ad insegnare Reiki agli occidentali. Di fatto nel 1938 nacque alle Hawaii la prima (e unica) filiale estera dell’Hayashi Reiki Kenkyukai.
La morte di Hayashi
Hayashi morì suicida nel 1940 in circostanze non del tutto chiare. Un’ipotesi sulle ragioni della sua morte è l’accusa di collaborazionismo che il governo giapponese potrebbe avergli mosso considerando sospetti i suoi viaggi alle Hawaii.
Di fatto, con la morte di Hayashi, la sua scuola cessa di esistere in Giappone, ma non la filiale americana della Takata che continuò ad insegnare sotto l’egida dell’Hayashi Reiki kenkyukai fino allo scoppio della guerra tra Stati Uniti e Giappone alla fine del 1941.
Reiki nel dopoguerra occidentale
Se in Giappone di fatto il Reiki scompare dopo la Seconda Guerra Mondiale, in Occidente la signora Takata continua a diffonderlo. Fino alla metà degli anni ’50, la Takata insegna un metodo Reiki molto vicino a quello del suo maestro Hayashi ma, a far tempo dalla fine degli anni ’50, comincia ad introdurre delle modifiche più o meno sostanziali.
Durante gli anni ’70, fino alla sua morte, avvenuta nel 1980, la Takata forma 22 insegnanti. A ciascuno di questi insegnanti offre una formazione differente, personalizzando ulteriormente la disciplina Reiki del suo maestro Hayashi.
Il risultato di questa operazione fu un progressivo ed inesorabile allontanamento del Reiki occidentale dalle tecniche e dagli insegnamenti giapponesi originari.
La riscoperta del Reiki in Giappone
Bisogna attendere il 1985 perché la terra del Sol Levante mostri nuovamente interesse per il Reiki. In quell’anno, infatti, Mieko Mitsui, giornalista americana e insegnante di Reiki, nell’ambito di un viaggio di ricerca alla scoperta delle origini della disciplina, ebbe l’occasione di cominciare a diffondere nuovamente Reiki in Giappone, seppur nella sua forma occidentalizzata. La risposta dei Giapponesi fu entusiastica e Reiki cominciò a diffondersi nuovamente anche nella sua terra di origine.
Il lavoro di ricerca della Mitsui stimolò ulteriori studi con l’obiettivo di comprendere quale fosse la forma e la struttura della disciplina Reiki negli anni ’20 e ’30 in Giappone.
Le scuole tradizionali in Giappone
A partire dalla metà degli anni ’90, in Giappone nascono le così dette “scuole tradizionali” che, attraverso un intenso lavoro di ricerca, propongono delle versioni della disciplina Reiki più o meno emendate dalle modifiche che l’Occidente aveva operato.
Queste scuole mirano principalmente a recuperare le tecniche e le modalità di pratica Reiki definite all’interno della scuola del maestro Hayashi negli anni ’30: questo recupero è però fatto a partire dalle specifiche e personali chiavi di lettura del Reiki giapponese di cui ognuna di queste scuole è portatrice.
Le scuole giapponesi, pur dunque insegnando un Reiki molto vicino a quello di Hayashi, tuttavia lo leggono o lo rileggono a partire da una prospettiva necessariamente moderna.
Le principali scuole tradizionali giapponesi sono tre:
- KOMYO REIKI DO del rev. Hyakuten Inamoto
- GENDAI REIKI HO del sig. Hiroshi Doi
- JIKIDEN REIKI del sig. Tadao Yamaguchi