Abbiamo visto nella prima parte come la preoccupazione sia sostanzialmente un’attività abituale della nostra mente che anticipa pensieri riguardo a eventi futuri, questa attività porta con sè stati emozionali più o meno forti, ma sicuramente non porta benessere e serenità nell’individuo.
Si aggiunge a tutto ciò il fatto che la preoccupazione è un virus estremamente contagioso e subdolo, la preoccupazione degli altri diventa immediatamente la nostra e a nostra volta quasi pretendiamo che gli altri siano preoccupati se noi siamo preoccupati. Diventa un circolo vizioso di contagi e preoccupazioni a catena.
Molto spesso la preoccupazione diventa l’attività prediletta della mente. Ci sono persone che trascorrono la loro vita passando da una preoccupazione a un’altra, ogni evento che capita loro o agli altri è un input per la mente per elaborare una nuova preoccupazione.
E così mi sveglio al mattino e guardo dalla finestra, controllo il tempo. E’incerto. Non so come vestirmi. E se venisse a piovere? Se mi vesto leggero ho paura di prender freddo, ma se mi vesto più pesante e poi esce il sole allora suderò poi entro in ufficio, c’è l’aria condizionata, mi ammalerò sicuramente se entro in ufficio e fa freddo! Oddio è tardissimo! devo fare ancora la doccia! (entro in doccia…). Speriamo che non finisca l’acqua calda proprio ora, ieri sera non ho controllato il boiler, e se finisce? Come faccio? Non posso andare in ufficio senza essermi lavato! Tra 30 minuti devo essere in ufficio e sono ancora sotto la doccia, alle 9 mi chiama Carlo per l’aggiornamento e ho paura di non riuscire a fare colazione… Ma se non faccio colazione non sarò lucido per la riunione delle 10. Come faccio? Oddio che tardi! (esco dalla doccia …) Guardo fuori dalla finestra. Il tempo è ancora incerto. Dai mi vesto più pesante e poi se esce il sole mi svesto. Mi vesto a strati (esco…)
Questo è solo un esempio di uno spazio di vita di pochi minuti, durante il quale si è innescata una vera e propria reazione e a catena di preoccupazioni.
Si potrebbe quindi dire che una preoccupazione tira l’altra!
Ma qual’è il denominatore comune di tutte (o quasi) le preoccupazioni?
Torniamo per un momento alla sequenza a catena che ho appena descritto:
- Guardo il tempo, non so come vestirmi perchè ho paura di ammalarmi
- Entro in doccia e ho paura che sia finita l’acqua calda
- Ho paura di arrivare tardi in ufficio
- Ho paura di non essere sufficientemente in forze se non faccio la colazione
La paura è l’elemento dominante delle preoccupazioni. Diventa causa ed effetto della reazione a catena.
L’altro elemento caratterizzante la preoccupazione è il tempo. La mente anticipa degli eventi del futuro e si proietta in essi cercando di vivere la situazione futura nel presente. La mente crea un futuro inesistente e gli dà consistenza di realtà nel presente.
La mente non può fare a meno di vivere nel futuro o nel passato.
Quando vive nel futuro e anticipa tutta una serie di eventi come nell’esempio precedente, la mente genera preoccupazioni e paura.
Quando vive nel passato molto spesso genera rimpianti.
La nostra mente sembra del tutto incapace di vivere nel qui ed ora, la sua attività preferita appare essere l’anticipazione del futuro o il ripercorrere il passato.
La nostra mente sembra dare dignità di realtà a tutto fuorchè al momento presente. (continua…)
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